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Sono stati i Fenici, di casa in questo angolo di Medio Oriente, a fare del Libano un paese decisivo nel lungo e tortuoso viaggio mediterraneo del vino, che qui come altrove ha dato vita a una cultura stratificata nei secoli. Il Libano contemporaneo presenta un'evidente impronta francese, ben visibile nella scelta dei vitigni coltivati e nella “scuola” di riferimento, e può contare su un comparto vitivinicolo di grandissima vitalità e prestigio.
La storia dei vini del Marocco si è sviluppata in simbiosi con la Storia con la S maiuscola: introdotto dai Fenici e poi dai Romani, nel VII secolo d.C. dovette adattarsi alla cultura islamica, per poi tornare protagonista con l'arrivo dei Francesi nel XIX secolo e conoscere un nuovo arresto con l'indipendenza del 1956. A partire dagli anni Novanta l'ultimo passo in avanti, ancora di segno francese: il Marocco di oggi è un riuscito mix tra questa eredità e il clima mediterraneo e atlantico.
Sono tre le regioni principali in cui si può suddividere la geografia del vino turco: quella di Marmara (Tracia), quella della costa egea e quella dell'Anatolia, dove sorge il monte Ararat, luogo di forte valenza biblica e religiosa. La Turchia gode di un'incredibile varietà ampelografica, con oltre 600 vitigni coltivati. Tuttavia solo una parte della superficie vitata è dedicata alla produzione di vino, settore che a partire dagli anni Duemila ha conosciuto un importante sviluppo qualitativo.