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Eccoci tornati sui cammini d’Europa. Strade ...
Eccoci tornati sui cammini d’Europa. Strade antiche, di imperi e di popoli, fulcro generatore e d’incontro tra Oriente e Occidente. Terra dove la cultura del vino gode, nel tempo, della sua espressione più alta e più varia. Caleidoscopio di vitigni, lingue, tradizioni familiari e insurrezioni emozionali. Vini vibranti di brezza marina e vini abbracciati alla roccia dei monti. Tornare è doveroso, perché a tornare sul cammino già fatto, se ne intrecciano di nuovi. E il viaggio può continuare.
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Fino agli anni Ottanta del secolo scorso la Bulgaria era il quarto produttore mondiale di vino per quantità: si era sviluppata un'industria vitivinicola di stato molto forte, che raccoglieva le radici di una cultura antica, legata all'eredità dei Traci e alla spinta data dai Romani. Dai primi anni Duemila la crescita del settore è stata poderosa, complice la grande vocazione del territorio, che si suddivide tra valle dello Struma, Tracia, valle delle Rose, mar Nero e pianura del Danubio.

È impossibile riassumere la storia, la cultura e la geografia del vino francese in poche parole. La viticoltura è arrivata “solo” nel VI secolo a.C., con la fondazione da parte dei Greci della città portuale di Marsiglia, e ha trovato prima nei Romani e poi negli ordini monastici del Medioevo i suoi alfieri. Oggi non si può parlare di vino di qualità senza fare riferimento prima di tutto alla Francia: il suo primato morale è indiscutibile ed evidente in tutto il mondo.

La posizione della Romania, posta a ridosso dei Balcani e affacciata sul mar Nero, ne ha fatto un paese di stratificata impronta vitivinicola, per ragioni culturali e storiche così come per condizioni climatiche e territoriali. Non a caso qui la tradizione nella produzione di vino reca tracce che vanno indietro fino al 6000 a.C., e durante l'epoca romana quest'area è diventata una sorta di “cantina dell'Impero”. Oggi la Romania è tra i più grandi e solidi paesi produttori di vino d'Europa.

Anche se l'impronta dei Fenici prima, dei Cartaginesi poi, e quindi dei Romani è stata decisiva per la diffusione del vino in Spagna, ci sono testimonianze archeologiche che fanno risalire al 4000-3000 a.C. le prime tracce di viticoltura. Una tradizione così profonda non poteva che tradursi nell'odierno giardino di straordinaria ricchezza varietale e territoriale, con le regioni della Rioja, della Ribera del Duero, di Jerez de la Frontera, della Castiglia, di Rìas Baixas e del Priorat a fare da capofila.

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