VINO
WINOBLISKO MAlOPOLSKI PRZElOM WISLY KESKESE PINOT NOIR
VIN0395-19
Scheda tecnica
- Categoria WINE IS A ROCKSTAR
- Elemento Primo PINOT NOIR
- Colore Rosso
- Peculiarità Libere Interpretazioni
- Alcol 12.20%
- Tappo Sughero
Vinificazione e Affinamento
Il filo conduttore dell’azienda è la giovane età delle sue vigne; anche in questo caso, 100% Pinot Noir da vigne di 5 anni d’età, nell’appezzamento “Mazurek”. Dopo la raccolta manuale, in cantina la vinificazione prevede una macerazione di due settimane sulle bucce, cui seguono 24 mesi di affinamento in legno, per la precisione rovere di Borgogna usato.
Descrizione Vino
Un’altra annata di Pinot Noir, testimone del processo di adattamento di questa varietà lungo il corso del fiume Vistula. Nel caso della particella “Mazurek”, il Pinot Noir cresce su terreni calcarei; questa caratteristica, combinata con la maturazione in botti di rovere di Borgogna, fa sì che il risultato finale sia un vino dall’elegante leggerezza, come quando metti la camicia per il pranzo con i parenti. Da bere lasciandosi stupire dell’equilibrio in bocca tra una base acida delicata e un lungo finale leggermente erbaceo. Com’era? Ah, si: parola d’ordine, leggerezza.
WINE IS A ROCKSTAR
Dom Bliskowice
Polonia orientale, distretto di Gmina Annopol, anno 2009: poche talee, ma tanta grinta, che vengono piantate per la prima volta nei suoli delle colline calcaree intorno ai villaggi di Bliskowice e Popów. Dom Bliskowice, ambasciatori d’identità polacca e centro nevralgico delle missioni pionieristiche per dare vita al vino polacco; è un racconto di divertimento, di osservazione delle vinificazioni altrui, di studio dei propri suoli. Studio che ha rivelato il potenziale del suolo polacco, contribuendo notevolmente alla decisione pionieristica: presenza di fossili di ammonite, appezzamenti piccoli e diversificati, il Grande Fiume sottostante che si comporta come un naturale condizionatore d’aria, pendii drenanti. Di Dom Bliskowice ci piace il suo guardare in due direzioni: da un lato per osservare e imparare dai produttori naturali di Francia, Italia e Ungheria, per poi spostare lo sguardo, con fare materno, sulla sua terra, per capire come trasformare i limiti in vantaggi, come trasformare in identità quanto appreso dalla prima osservazione, come raccontare del suo vino polacco. Ci guardano e ci dicono “C’è ancora tanto da fare qui”; sarà sicuramente così, ma intanto le fondamenta sono quelle di una casa sicura.
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