ZAHEL
ORANGE T
VIN0019-23
Scheda tecnica
- Categoria WINE IS ROOTS
- Elemento Primo ORANGE TRAUBE
- Colore Bianco
- Peculiarità Varietà autoctona, Certificazione Biologica
- Alcol 12.50%
- Tappo Vite
Vinificazione e Affinamento
Orange Traube è un vecchio vitigno austriaco originariamente scoperto nel 1840 e riconosciuto nel 1954 da Wilhelm von Babo. Da sempre coltivato in Austria, gli Zahel sono i primi e gli unici a vinificarlo in purezza.
Quando l’uva arriva a maturazione, la buccia assume una sfumatura aranciata. Fermenta spontaneamente e affina in tini di acciaio.
Descrizione Vino
Alex Zahel, rappresenta la quarta generazione di una famiglia dedita alla viticoltura e alla produzione di vino. Dopo aver ereditato il timone del comando dallo zio Richard, Alex e sua moglie Hilary hanno continuato a seguire il percorso tracciato, fatto di approccio agricolo biodinamico e vinificazioni con fermentazioni spontanee e lunghe macerazioni a contatto con le bucce, il tutto condito da una genuina filosofia artigianale. Siamo a Vienna, una delle pochissime città al mondo a identificarsi strettamente con la sua stessa regione vitivinicola, con cui condivide il nome. Qui, tra i circa 33 ettari coltivati, si trovano condizioni geologiche e microclimatiche molto variabili, che permettono agli Zahel di realizzare vini espressivi e sfaccettati.
Uva arancione originaria di Vienna vinificata in purezza: l'unica azienda, ad oggi, in grado di farlo. Il vino è elegante, minerale e dai sentori di spezie e nocciola.
WINE IS ROOTS
Zedashe
In seguito ad alcuni scavi archeologici, nell'area del monastero di Zedashe sono emersi un'antica cantina e numerosi strumenti di lavoro. Sulla base di tali scoperte i monaci locali hanno quindi deciso, nel 2016, di rimettere in piedi l'attività di produzione di vino per scopi commerciali, considerato che in precedenza ne facevano soltanto per uso proprio. Il termine zedashe significa sacramentale, vino della messa, e non a caso qui si respira un'atmosfera unica, dalle sfumature ancestrali e spirituali. Utilizzando gli antichi strumenti riportati alla luce, tra cui numerose anfore tradizionali qvevri, i monaci lavorano le vigne piantate sul vicino monte Elia, con circa 10.000 ceppi di vecchie varietà georgiane come shavkapito, manavi green, qisi, khikhvi, goruli e chinuri, oltre a saperavi e rkatsiteli, che danno vita ai vini più popolari del monastero.
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