Elemento Indigeno
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VINO

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TENUTA IL NESPOLO VINO BIANCO SAH! CHARDONNAY | 2022

VIN0428-22

Elemento Indigeno
750 ml

Scheda tecnica

  • Categoria WINE IS A REMATCH
  • Elemento Primo CHARDONNAY
  • Colore Bianco
  • Alcol 13.00%
  • Tappo Tecnico

Vinificazione e Affinamento

100% Chardonnay dai vigneti piantati negli anni ‘80, cresciuto su suoli argilloso-calcarei con vene sabbiose. Raccolta manuale a inizio settembre a cui segue la pressatura, che deve avvenire nel più breve tempo possibile. La fermentazione viene avviata in acciaio a temperatura controllata; 6 mesi di affinamento sulle fecce fini prima di essere imbottigliato.

Descrizione Vino

Vinificare lo Chardonnay è un po’ come una prova del nove, ma per capire la mano del vignaiolo: nel caso di Luca, la sua è una mano dal taglio deciso, che sa in che direzione andare. Riesce ad interpretare i suoli calcareo-argillosi di colore bianco su cui cresce lo Chardonnay, e lo fa lasciando che esso sviluppi tutti i profumi caratteristici; floreali, che richiamano frutta esotica e polpa gialla, con una buona persistenza aromatica che rimane pazientemente nel calice. Pieno, ma delicato; “sah!” come dicono i piemontesi, apriamo una bottiglia, che mamma ha fatto il pesce.

Tenuta Il Nespolo

WINE IS A REMATCH

Tenuta Il Nespolo

Piedi ben piantati a terra, sguardo al futuro; questo è Luca, che oggi, con il padre Domenico, scrive i nuovi capitoli della storia dell’azienda. La terra dove hanno radici Luca e le vigne che coltiva con dedizione, è quella di Moasca, nell’astigiano, dove dai primi anni ‘60 nonno Giovanni si dedica alla trasformazione dell’uva; all’inizio solo in piccole quantità per un vino destinato al commercio in damigiana, talmente pochi erano i vigneti a disposizione. Quelli di nonno Giovanni erano anni in cui la monocoltura non aveva ancora preso la ribalta, anni in cui le aziende agricole destinavano gli appezzamenti a produzioni eterogenee: dai meleti all’allevamento di bovini e maiali. Passano gli anni, le superfici vitate aumentano, si smette gradualmente di allevare gli animi; a questo punto nonno Giovanni decide di lasciare il timone ai due figli, Domenico ed Enzo, che di comune accordo, decidono di dare all’azienda un taglio totalmente vitivinicolo, espandendone i canali di vendita - ed estirpando gli ultimi meleti rimasti, primo ricordo vivido di Luca, che si racconta da bambino, in braccio al papà, alla guida del trattore. Forse è stata proprio la vividità di questi ricordi ad accrescere in Luca la volontà di studiare per poter essere la terza generazione alla guida dell’azienda; prima la scuola enologica di Alba, poi la facoltà di Viticoltura ed Enologia dell’Università di Torino, dove prova il test d’ingresso quasi per gioco. Viene preso, accetta la sfida e lascia il lavoro che aveva trovato dopo i sei anni di scuola enologica.   Oggi Luca a Tenuta Il Nespolo applica quella che lui definisce “viticoltura di cognizione”, prendendosi cura degli ormai 12 ettari vitati, dove a farla da padrona è la Barbera, affiancata da Dolcetto, Favorita, Chardonnay e Moscato (con quest’ultimo la scintilla è scattata tardi – ci racconta Luca – nel 2016). La combinazione degli studi di Luca con l’esperienza di Domenico, la volontà di mantenere sempre in salute i terreni rispettando i cicli della natura, la produzione in continua evoluzione: questi sono i punti di forza di Tenuta Il Nespolo, grazie ai quali i vini diventano prodotti unici, identitari e caratterizzanti di un’ideologia vitivinicola ben precisa.

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