Elemento Indigeno
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VINO

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SELENE BEAUJOLAIS PRIMEUR GAMAY | 2023

VIN0421-23

Elemento Indigeno
750 ml

Scheda tecnica

  • Categoria WINE IS A ROCKSTAR
  • Elemento Primo GAMAY
  • Colore Rosso
  • Peculiarità Varietà autoctona
  • Alcol 14.50%
  • Tappo Sughero

Vinificazione e Affinamento

100% Gamay; le uve sono state comprate dai vigneti dei loro vicini, anch’essi allevati in regime biologico e piantati su terreni di granito e sabbia. La vinificazione prevede 5 giorni di macerazione carbonica e una successiva maturazione in cemento per sei settimane prima dell’imbottigliamento, che avviene senza chiarifiche né filtrazioni.

Descrizione Vino

Una 2022 calda che ha dato vita a questo Primeur (che altro non è che un Noveau) vivace, luminoso, perfettamente in linea con lo stile di Sylvère. Vibrante, caratterizzato dall’incredibile aromaticità in cui partecipano frutti di bosco appena spremuti, marmellata di lamponi e una timida nota di pepe; è la bottiglia che dovrebbe accompagnarci nella nostalgica transizione da estate ad autunno, ma anche da autunno ad inverno.

Séléné

WINE IS A ROCKSTAR

Séléné

Poco più a sud di quelli che sono considerati i migliori cru del Beaujolais, si affaccia un paesino di 1421 anime.  Percorrendo la strada che da nord porta a Blacé, questo il nome, vi troverete a seguire il corso della Saona, immersi nel cuore del Beaujolais; premessa fondamentale, questa del viaggio, per immergersi nei vini di Sylvère. Giovane vignaiolo, nel 2012 Sylvère Trichard rileva 4 ettari di vigne precedentemente appartenuti allo zio; lo fa grazie alla consapevolezza acquisita durante l’esperienza presso Domaine Belluard, in Savoia, dove ha imparato l’ideologia del vignaiolo artigiano insieme ai principi fondanti della biodinamica. Nel 2018, Sylvère e Mathilde Sotier, la sua compagna, riescono ad applicare questi principi ai loro ettari, facendo ritorno alla biodinamica, già applicata su quei suoli dal loro predecessore. Le vigne hanno le radici in terreni di argilla sabbiosa su granito, una combinazione destinata a manifestarsi sottoforma di vini eterei e filigranati; e questi vini diventeranno sì eterei, ma anche vibranti. Sarà mica l’influenza della musica che Sylvère ascolta in cantina, tipo il punk dei “the Distillers”? Certo è che il risultato finale parla del Beaujolais usando un linguaggio comune, ma non banale, frutto di un’identità chiara; vini puliti, energetici, profondi, che vengono sottoposti a macerazioni semi-carboniche e lasciati maturare principalmente in vasche di cemento o grandi botti di legno.

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