VINO
SELENE BEAUJOLAIS BLANC CHARDONNAY | 2022
VIN0422-22
Scheda tecnica
- Categoria WINE IS A ROCKSTAR
- Elemento Primo CHARDONNAY
- Colore Bianco
- Peculiarità Varietà autoctona
- Alcol 12.00%
- Tappo Sughero
Vinificazione e Affinamento
100% Chardonnay da una piccola vigna su cui Sylvère ha messo le mani cinque anni fa, coltivandola in regime biologico. Pressatura a grappolo intero delle uve in cemento, dove avvengono la fermentazione e l’affinamento; non chiarificato, non filtrato, nessuna aggiunta di solforosa.
Descrizione Vino
Dammi tre parole: Beaujolais, burro e Chardonnay. Un bianco dove la rotondità del corpo dialoga in armonia con l’acidità rinfrescante, dandoci uno Chardonnay sapido, strutturato, con la spina dorsale che sfoggia cremosità e sfocia in una spalla acida notevole; mela verde, pesca bianca e nocciola. Questo binomio lo rende un vino perfetto per chi vuole sperimentare il mondo del pairing; dal classico pane burro e acciughe, passando per pesci grassi al sale, fino al mondo delle salse fermentate.
WINE IS A ROCKSTAR
Séléné
Poco più a sud di quelli che sono considerati i migliori cru del Beaujolais, si affaccia un paesino di 1421 anime. Percorrendo la strada che da nord porta a Blacé, questo il nome, vi troverete a seguire il corso della Saona, immersi nel cuore del Beaujolais; premessa fondamentale, questa del viaggio, per immergersi nei vini di Sylvère. Giovane vignaiolo, nel 2012 Sylvère Trichard rileva 4 ettari di vigne precedentemente appartenuti allo zio; lo fa grazie alla consapevolezza acquisita durante l’esperienza presso Domaine Belluard, in Savoia, dove ha imparato l’ideologia del vignaiolo artigiano insieme ai principi fondanti della biodinamica. Nel 2018, Sylvère e Mathilde Sotier, la sua compagna, riescono ad applicare questi principi ai loro ettari, facendo ritorno alla biodinamica, già applicata su quei suoli dal loro predecessore. Le vigne hanno le radici in terreni di argilla sabbiosa su granito, una combinazione destinata a manifestarsi sottoforma di vini eterei e filigranati; e questi vini diventeranno sì eterei, ma anche vibranti. Sarà mica l’influenza della musica che Sylvère ascolta in cantina, tipo il punk dei “the Distillers”? Certo è che il risultato finale parla del Beaujolais usando un linguaggio comune, ma non banale, frutto di un’identità chiara; vini puliti, energetici, profondi, che vengono sottoposti a macerazioni semi-carboniche e lasciati maturare principalmente in vasche di cemento o grandi botti di legno.
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