Elemento Indigeno
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VINO

VINO

SELENE BEAUJOLAIS VILLAGE BIO | 2023

VIN0498-23

Elemento Indigeno
750 ml

Scheda tecnica

  • Categoria WINE IS A ROCKSTAR
  • Peculiarità Certificazione Biologica
  • Alcol 13.50%

Vinificazione e Affinamento

Uve Gamay, raccolte nei vigneti di Saint-Étienne des Ouillières, provenienti da viti di 50 anni, cresciute su un suolo argilloso, limoso e sabbioso, a un'altitudine che sfiora i 250 metri sopra il livello del mare. La vendemmia avviene all'inizio di settembre, e la vinificazione inizia con una macerazione carbonica di 5 giorni per due terzi delle uve, mentre il restante terzo viene diraspato. Il vino matura in vasche di cemento per sei settimane, prima di essere imbottigliato senza alcuna chiarifica né filtrazione. DESCRIZIONE VINO : Un vino solare e fruttato, caratterizzato da una delicata ma presente trama tannica che ne esalta la personalità.

Descrizione Vino

Gamay da vigne di oltre 50 anni all'interno dell'Appellation Village. Vinificazione a macerazione carbonica per 2/3 della massa, mentre il resto viene diraspato. Affinamento in cemento. Intenso, floreale, speziato con tracce terrose e minerali.

Séléné

WINE IS A ROCKSTAR

Séléné

Poco più a sud di quelli che sono considerati i migliori cru del Beaujolais, si affaccia un paesino di 1421 anime.  Percorrendo la strada che da nord porta a Blacé, questo il nome, vi troverete a seguire il corso della Saona, immersi nel cuore del Beaujolais; premessa fondamentale, questa del viaggio, per immergersi nei vini di Sylvère. Giovane vignaiolo, nel 2012 Sylvère Trichard rileva 4 ettari di vigne precedentemente appartenuti allo zio; lo fa grazie alla consapevolezza acquisita durante l’esperienza presso Domaine Belluard, in Savoia, dove ha imparato l’ideologia del vignaiolo artigiano insieme ai principi fondanti della biodinamica. Nel 2018, Sylvère e Mathilde Sotier, la sua compagna, riescono ad applicare questi principi ai loro ettari, facendo ritorno alla biodinamica, già applicata su quei suoli dal loro predecessore. Le vigne hanno le radici in terreni di argilla sabbiosa su granito, una combinazione destinata a manifestarsi sottoforma di vini eterei e filigranati; e questi vini diventeranno sì eterei, ma anche vibranti. Sarà mica l’influenza della musica che Sylvère ascolta in cantina, tipo il punk dei “the Distillers”? Certo è che il risultato finale parla del Beaujolais usando un linguaggio comune, ma non banale, frutto di un’identità chiara; vini puliti, energetici, profondi, che vengono sottoposti a macerazioni semi-carboniche e lasciati maturare principalmente in vasche di cemento o grandi botti di legno.

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